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martedì 28 giugno 2011

Area Marina Protetta del Plemmirio, tra mare, cielo e terra

Faro segnalatore
Il “Plemmirio fu testimone” della guerra condotta dagli ateniesi contro i siracusani fra il 415 e il 413 a.C. per la conquista del dominio del Mediterraneo. Lo stesso mare oggi è un’Area Marina Protetta istituita nel 2005 e comprende una superficie di 2.500 ettari di mare che copre 12 km di costa in cui si alternano falesie, calette e grotte.
L’interesse naturalistico dell’area si sviluppa sia sulla terraferma (non ancora protetta) sia  sopra e sotto il livello del mare. La costa, soprattutto nel settore nord, conserva alcuni interessanti ecosistemi caratterizzati dalla presenza della Palma nana, del Lentisco, del Mirto e cespugli di Timo, Capperi, Euforbie. Interessante anche la presenza di alcune piante tipiche ed esclusive degli ambienti costieri, come la Salicornia, il Finocchio di mare e l’endemico Limonium syracusanum.
In quest’ambiente, formato da una ricca vegetazione, è facile osservare uccelli o in fase di migrazione o che risiedono nell’area tutto l’anno.
Così, nelle aree ricoperte da una fitta vegetazione, non è difficile imbattersi nel piccolo Occhiocotto o in qualche Saltimpalo, mentre, dove la vegetazione è rada, si può osservare la Ballerina bianca, l’Allodola o la Cappellaccia.
Sul mare del Plemmirio è possibile osservare il volo dei grandi uccelli Pelagici, che scelgono questo tratto di costa per passare l’inverno, come la Sula, le Berte maggiori e minori ed il Gabbiano corso.
Ma anche sotto il mare il Plemmirio offre un paesaggio molto suggestivo e vario: in alcuni tratti la costa discende dolcemente, in altri falesie a picco raggiungono profondità notevoli, scogli accatastati su fondale sabbioso e grotte più o meno grandi.
In questo ambiente così vario troviamo una grande varietà di biotopi, che a secondo delle profondità e del tipo di substrato ospitano diverse forme di vita.
L’osservazione degli organismi marini può cominciare già dal “piano sopralitorale” che è posto sopra il livello del mare e che viene ricoperto solo in caso di alte maree. In questa zona si formano, soprattutto al fragore delle onde, degli interessanti ecosistemi conosciuti con il nome di “pozze di scogliera”. In questi ambienti è facile osservare alghe e pesci che sono messi a dura prova dal particolare ambiente che varia con l’alternarsi delle stagioni. Così la pozza, che in inverno ha visto un mescolarsi di acque dolci (piovane) e acqua salata, presenterà caratteristiche totalmente diverse in piena estate quando l’acqua, cominciando l’evaporazione, vede aumentare la concentrazione salina. Qui è possibile osservare la Patella, che con il suo possente piede aderirà agli scogli in attesa che la marea risalga,  o ancora l’isopode Pulce di mare, facilmente riconoscibile per i suoi lunghi salti. Queste pozze sono anche interessanti per l’osservazione di diverse specie di pesci, come ad esempio le bavose.

Se l’ambiente appena descritto è “di semplice accesso” chiunque con un minimo di curiosità può accostarsi alla scoperta di queste forme di vita. Ma è sotto il livello del mare che il Plemmirio da il meglio di se, offrendo una notevole biodiversità fatta di pesci come le Murene, le Triglie, i Saraghi e ancora Castagnole, Scorfani e l’ormai “comune” Cernia, uno dei simboli dell’area protetta. Fra i gasteropodi è possibile imbattersi in esemplari di Tonna galea, di Naticarius sp,…e con un po’ di attenzione ci si può imbattere in un animale dalle grandi doti mimetiche: il Polpo.

Descrivere, nel poco spazio a nostra disposizione, tutte le forme di vita presenti del Plemmirio è veramente complicato, pertanto anche in considerazione dei 13 punti ormeggio, dei tanti accessi al mare e dei percorsi di immersione, realizzati sia per i sub principianti che per quelli esperti, vi invitiamo, utilizzando uno dei tanti Diving presenti nel territorio, ad immergervi in questo splendido tratto di costa per scoprire un mare non solo ricco di natura ma anche di storia, cultura e mitologia.



Come arrivare

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