Percorsi

giovedì 30 giugno 2011

Cava Grande del Cassibile, la roccia, la natura, l'acqua

Laghetti Cava Grande
Una bellezza straordinaria impressa con lunghi e profondi solchi da millenni di duro e paziente lavoro delle forze straordinarie della natura, fa delle cave iblee quanto di più suggestivo la Sicilia è in grado di offrire. La Cava Grande è, tra queste, la più profonda e impenetrabile, antropizzata dall’uomo solo in alcune parti del suo sinuoso percorso. Il fiume Cassibile ( Kalyparis per gli antichi greci) inizia la sua corsa dal feudo di conrada Baulì, fra le contrade Velardo, Santa Lucia e saraceni, 3 Km a sud- est di Palazzolo Acreide. Nelle pareti rocciose la vegetazione non è molto fitta, ma nel fondovalle, dove il grado di umidità è più elevato, vive il platano orientale. Oltre al platano la foresta ripale è ricca di molteplici essenze arboree: salici, pioppi, oleandri, carpini e frassini.
Sui pianori dominano l’ampelodesma, la scilla e l’asfodelo. Quest’ultimo, nell’antica cultura contadina, era simbolo premonitore: una vistosa fioritura di asfodeli significava la certezza di abbondanti raccolti per il contadino il quale, nei periodi di carestia, poteva anche alimentarsi con le sue radici, riprendendo così un’antica usanza greca.
Per generazioni il fondovalle nei pressi dei laghetti di Avola, è stato abitato da nuclei familiari canicattinesi (Bombaci, Uccello), che, sfruttando il clima favorevole, traevano particolare vantaggio dalla coltivazione dell’ulivo, del mandorlo e del carrubo.
Ogni primavera, sui pianori di Cava Grande, si rinnova il rito naturale della fioritura delle orchidee: tra le più belle citiamo l’orchidea a farfalla, l’orchidea cornuta, l’uomo nudo, la ballerina, la barlia, l’opride gialla e l’opride di Bertoloni. Fu il medico greco Teofrasto a dare loro il nome poiché la forma del fiore evocava l’apparto genitale maschile ( la parola greca Orchis infatti significa testicolo); da sempre alle orchidee sono state attribuite oltre che proprietà digestive anche afrodisiache.
Un’escursione è dunque d’obbligo a Cava Grande, per sentirsi partecipi di questo meraviglioso spettacolo della natura e per assaporare gli intensi odori del timo e dell’artemisia. La grande ricchezza ed esuberanza della flora è esaltata da una fauna altrettanto ricca che , a volte, fa delle cave iblee luoghi unici e fondamentali per la sopravvivenza di alcune specie di animali.


Lungo il corso del Cassibile vive e pesca il più colorato fra gli uccelli della fauna siciliana: il martini pescatore. La famiglia degli Alcedinidi, alla quale il martin pescatore appartiene, ha una distribuzione prettamente tropicale sicchè le poche specie delle zone temperate costituiscono delle eccezioni alla regola.
Le acque limpide e pure del Cassibile sono abitate da trote, da tinche, da anguille; alla foce  si ha inoltre la risalita di muggini e spigole.
Di grande interesse ambientale è il granchio di fiume.
Nel letto del fiume vive la biscia d’acqua, sempre a caccia di girini o piccoli pesci; sui pianori fra i rettili, citiamo la vipera, il colubro leopardiano, il biacco e il simpatico ramarro.
Scomparsi ormai dalla Sicilia, i grossi mammiferi sono qui rappresentati dall’istrice, dalla volpe, dalla lepre, dal ghiro, dalla donnola e dalla martora. Cava Grande, offre poi un impareggiabile spettacolo con i suoi laghetti, le cascatelle, luoghi dove il ristoro dell’acqua fresca e limpida rende giusta ricompensa agli amanti della natura.

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